Natale – c’è qualcosa che può nascere in te

Dal latino: natus nato, più il suffisso -alem che indica appartenenza.
Sostanzialmente Natale indica un giorno di nascita.

Se ti fermi un attimo a pensare Natale ha un significato bellissimo. Ogni nascita porta con sè una speranza, una gioia e uno sguardo al futuro. E spesso anche una possibilità di riscatto.

Riscatto. Che meravigliosa parola.. Che bello pensare che un natale possa darci la possibilità di ricominciare, di mettere un punto, di cambiare.

Questo è il senso che mi ha sempre colpito nel Natale Cristiano. Per quanto il natale – comunemente festeggiato – sia una festa di origine pagana, è innegabile che non cia stato un “natale” (giorno di nascita) più rivoluzionario di quello della nascita di Gesù notizia che, allora come oggi, porta grande gioia e speranza a tutti coloro che la accettano.

La sua venuta ha diviso le ere in 2. Un prima e un dopo.

E lo fa ancora oggi, in tutti quelli che hanno il coraggio di farlo nascere dentro sè.

Buon Natale!

 

 

Nichilismo. Il mostro del Nulla

Nichilismo: manca il fine; manca la risposta al “perché?”. Che cosa significa nichilismo? – che i valori supremi perdono ogni valore. (Friedrich Nietzsche).

“Nichilismo” è una parola che viene dal francese “nihilisme” che è una derivazione del latino “nihil” che vuol dire NIENTE. 

È il pericolo più attuale di oggi. Nel relativismo totalizzante delle culture occidentali pare che non esista più qualcosa che possa essere una guida, una bussola.

A questo servivano e servono i valori. A orientare le scelte di una società.

Svuotare di senso ogni valore porta alla creazione di un mondo unico e individuale. Uno spazio dove conta solo “ciò che fa stare bene a me”.

Il pericolo che si nasconde dietro il nichilismo, però, è la perdita della speranza e del desiderio di portare avanti la società in cui viviamo e operiamo.
Se non esistono più il giusto e sbagliato, il bene e il male, il poco e il troppo, non c’è da meravigliarsi se il mondo in cui viviamo si fermerà girando solo su se stesso in un finto vortice di progresso e modernità.

Io non concordo con il relativismo, che è il frutto del nichilismo.

Nella nostra illusione del “tutto va bene” ci troveremo, prima o poi, superati da popoli e culture che non rinunciano a identità collettive e schemi valoriali diffusi.

…un po’ di Bibbia!

La Bibbia è il libro più venduto al mondo. Qualcuno dice giustamente, ahimè, che sia anche il meno letto. Una cosa che è certa è che l’ignoranza sulla Bibbia sia frastornante.

Partiamo dal nome “Bibbia” per esempio. Non ha niente di “sacro” il suo significato. Vuol dire semplicemente “libri” e deriva dal plurale del termine greco biblìon (=libro). La Bibbia infatti è l’insieme di 66 diversi libri che vanno dalla Genesi e si chiudono con l’Apocalisse. E’ stata scritta in circa 1500 anni e da più di 40 autori diversi.

Qualche personaggio della Bibbia:

  • Dio (ovviamente in prima posizione):
    • deriva dalla radice etimologica ariana div- che indica la luce, ciò che splende. Da cui il latino Deus = Dio, dies = giorno; cioè la parte della giornata caratterizzata dalla luce. Dio cioè con la Sua essenza (di luce) illumina tutto il creato
    • nella Bibbia però con “Dio” si fa riferimento in realtà al tetagramma ebraico יהוה  (in greco YHWH). Comunemente si dice YAHWEH, anche se non corretto perché le vocali sono state perse (visto il divieto di non pronunciare il nome di Dio invano). Vuol dire “Essere” e si collega all’episodio biblico in cui Dio si è presentato a Mosè dicendo: IO SONO COLUI CHE SONO. Dio quindi è Colui che è, Colui che esiste.
  • Gesù:
    • Deriva dall’ebraico יְהוֹשֻׁעַ (Yehoshu’a = Giosuè), adattato in aramaico יֵשׁוּעַ (Yeshu’a), diventato in greco Ἰησοῦς (Iēsoûs) e poi in latino biblico come Iesus
    • Vuol dire Dio è salvezza o Dio salva. Un nome che conteneva già in sé la missione di Gesù: salvare il mondo dal peccato mediante la Sua morte e Resurrezione
  • Cristo:
    • Non è il cognome di Gesù
    • al greco Χριστός, Christòs) è la traduzione greca del termine ebraico מָשִׁיחַ (mašíaḥ, cioè “unto”), dal quale proviene l’italiano “Messia“. Il Salvatore del mondo!
  • Satana
    • ll nome ebraico, sāṭān, è una derivazione della radice s n, che ha il significato di “osteggiare”, “aggredire” anche solo moralmente, e quindi pure di “accusare” in giudizio e di “calunniare”;
    • Il nome ha assunto il significato di Avversario, Accusatore. Satana infatti è l’avversario di Dio e degli uomini che accusa davanti al Trono del Signore
  • Vangelo
    • dal lat. tardo, crist., evangelium, adattamento del gr. crist.εὐαγγέλιον = “buona novella”
    • Il Vangelo è la buona novella, la buona storia o notizia, che Dio ha mandato Suo Figlio affinché chiunque creda in Lui venga salvato dal peccato e dalla morte spirituale
  • Apocalisse
    • va di moda pensare che voglia dire distruzione e catastrofe. In realtà deriva dal greco apocalypsis e vuol dire “Rivelazione
    • Nel libro dell’Apocalisse, Gesù rivela a Giovanni e a tutti i lettori cosa succederà negli ultimi tempi
  • Redentore
    • dal latino redemptorem. Da red-emptus, participio passato di Redimere che vuol dire Ricomprare, Liberare
    • Gesù è il nostro Redentore perché ci ha liberato dalla schiavitù del peccato e ci ha ricomprato pagando con la Sua vita al posto della nostra

Per ora diciamo che basta… alla prossima puntata!

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Ricordare… Richiama le cose al tuo cuore!

Ricordare deriva dal latino: re- indietro e cor cuore. Vuol dire cioè richiamare in cuore. 

Nei tempi più antichi, si pensava che il cuore fosse la sede della memoria che oggi sappiamo essere il cervello.

Trovo però che visto sotto questa luce, anche il ricordare assuma una accezione più viva e significativa per la vita. Ricordare, cioè, non vuol dire solamente “avere memoria” ma far vivere dentro di te le esperienze passate, tornando a farle impattare sulla tua essenza e la tua vita (il tuo cuore).

Se ricordo riporto in vita le situazioni che così possono ancora insegnarmi qualcosa. Se ho solo memoria, invece, vivo le cose con freddo distacco. Quindi … da oggi… riporto al mio cuore ciò che la vita mi ha dato!

Egli SI RICORDA in Eterno del suo patto e per mille generazioni della parola da Lui comandata (Salmo 105:8).

Io voglio RICORDARE le bontà del Signore, le lodi del Signore, considerando tutto quello che il Signore ci ha elargito; RICORDERO’ il grand bene che ha fatto alla casa d’Israele, secondo la Sua misericordia e secondo l’abbondanza della Sua bontà (Isaia 63:7).

Istruire o Educare?

Non sono la stessa cosa.. sono due concetti completamente diversi.

Conoscerne l’etimologia aiuterà anche voi a usare meglio il significato. E forse a fare delle scelte migliori!

Il termine “educazione” deriva dal latino “ex-ducere” che letteralmente vuol dire TIRARE FUORI, FAR VENIRE ALLA LUCE QUALCOSA CHE E’ NASCOSTO.

“Istruzione” invece deriva sempre dal latino “in-struere” e significa INSERIRE/PORTARE DENTRO “MATERIALI”. Vuol dire inserire qualcosa dentro un contenitore. Nel caso della formazione, vuol dire inserire nozioni.

Istruire ed educare sono quindi due approcci diversi. Il primo presume un ascoltatore passivo che riceve informazioni/nozioni. Il secondo richiede invece una relazione e un ascolto da parte del soggetto non ricevente. Cioè, se voglio educare qualcuno devo ascoltarlo per capire cosa poter tirare fuori da lui. E’ una relazione, una strada da fare insieme.

Sicuramente servono entrambi le cose ma l’educazione richiede molta più energia e volontà. Forse è per questo che scarseggiano davvero i Maestri. E’ più facile e veloce rifugiarsi nel dare nozioni e non a tirare fuori uomini e donne maturi e consapevoli di sé e del mondo che li circonda che non lo subiscano ma partecipino attivamente al suo sviluppo!

Largo ai Maestri! Largo agli Educatori! Ne abbiamo bisogno!

Coraggio…entusiasmati!

Ci sono due parole stupende che fanno parte della mia vita: coraggio ed entusiasmo!

CORAGGIO: abbi cuore!

Deriva dal latino coraticum o anche cor habeo, aggettivo derivante dalla parola composta cor, cordis (cuore) e dal verbo habere (avere) e vuol dire quindi: ho cuore.

Il vero coraggio quindi è quella forza d’animo che ci viene quando facciamo le cose a cui davvero teniamo. Quella “forza segreta” che ci fa affrontare le paure e i pericoli. In fondo, come è possibile rischiare la propria vita o le proprie convinzioni per qualcosa che non crediamo davvero? Metterci il cuore nelle cose che facciamo rende possibile avere una forza in più!

ENTUSIASMO: abitato da dio!

la parola greca ἐνθουσιασμός (enthousiasmós) deriva dal verbo ἐνϑουσιάζω (essere ispirato), contenente il lemma ἔνϑεος – composto di ἐν, in, e ϑεός, dio. Cioè il dio dentro.

L’entusiasmo non è una cosa da ragazzetti. E’ uno stato molto maturo. Quelli che sono sotto la guida di Dio hanno l’entusiasmo perfetto, quello che non finisce subito e che porta frutto.

“io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” – Gesù – wow!

La ricerca della felicità

Felicità, felicità, felicità… tutti la vogliono, nessuno la trova! Ma cos’è la felicità? Senza voler aprire un dibattito filosofico..

“Felicità” deriva dal latino felicitas, derivazione di felix-icis. La radice “fe-” significa abbondanza, ricchezza e prosperità. Possiamo dire che la felicità sia una emozione positiva di chi soddisfa i propri desideri, e vive quindi in abbondanza e ricchezza (emotiva prima che materiale)

Per i greci il concetto di felicità era espresso dal termine eudaimonìa, da cui è derivata la dottrina dell’eudemonismo, cioè la dottrina che ripone nella felicità il bene e quindi la insegue come scopo della vita umana.

eudaimonìa è composto dall’avverbio “eu” (= bene) e “daimon” (= “divinità”, significa il potere che il dio ha sulla sorte di ognuno). Per i greci la felicità era quindi un piacere che dipendeva dalla benevolenza del “daimon”, questo dio misterioso che arbitrariamente dava ad alcuni e toglieva ad altri. Non dipendeva quindi dall’agire autonomo dell’uomo.

Dai tempi dei greci tempo ne è passato…e personalmente ritengo vera l’affermazione di Seneca: “nessuno lontano dalla verità può dirsi felice”.

Non credo che un dio misterioso decida come voglia lui sulla mia sorte. Ma credo che il Dio rivelato mi abbia dato una Verità che è la Via per una Vita felice. In Lui, con Lui. Un po’ come diceva san’tagostino: “Ci hai fatti per Te, o Signore, e il nostro cuore non ha posa finché non riposa in Te”.

E per te cos’è la felicità?

Da oggi la tua famiglia avrà un altro sapore

Hai mai pensato al significato di parole come “famiglia”, “padre”, “madre”..?

Ecco qui:

– famiglia: “persone che abitano nella stessa casa”

  • Deriva dal termine osco (lingua degli Oscii e Sanniti) FAAMA che voleva dire.. casa. ll termine poi è stato latinizzato in  famīlia, cioè l’insieme dei famŭli (moglie, figli, servi e schiavi del capo famiglia)
  • Vuol dire tutte le persone che abitano o che servono nella stessa casa

– padre: “il pane della famiglia!”

  • padre e pane hanno la stessa radice sanscrita pa- che è legata al concetto di protezione e nutrizione, da cui pati,  da cui poi deriverà il latino PATER
  • Il padre è, quindi, colui che si assume il compito di provvedere alla sopravvivenza della famiglia e al suo sostentamento
  • Ps. “papà”, invece, è una derivazione dal latino “papam” che, derivato dal greco, vuol dire “padre”. E quindi vedi sopra 🙂

– madre: “colei che prepara e forma!

  • anche madre deriva dal sanscrito, alla radice ma- che vuol dire soprattutto “misurare” ma anche “preparare” e “formare”
  • da questa radice deriva il termine matr (che diventerà MATER in latino) cioè “colei che ordina e prepara, donando il suo corpo e sopportando il dolore, il frutto dell’amore, alla vita”
  • ps. “mamma”, invece,  deriva dalla ripetizione della sillaba ma, una delle prime sillabe emesse dal bambino entro il primo anno di vita. Questa voce ha un suono simile in tutte le lingue (mamy in inglese, maman in francese, mamà in spagnolo, ecc.).

– figlio: “colui che succhia il latte” o “il generato

  • anche figlio deriva dal sanscrito, in particolare da dhe- poi fe- che rappresentava l’idea di: “succhiare, poppare, allattarsi”. Da qui il latino fellare, cioè succhiare, ed il sostantivo filius, cioè “colui che succhia il latte”
  • Oppure, sembra che figlio derivi dal sanscrito bhu-, da cui il greco φύω (fyo) che vuol dire “produco, faccio essere, genero”. Per questo figlio potrebbe voler dire “il generato”

– fratello: “colui che sostiene

  • Fratello pare essere un diminutivo di “frate” (eh sì, devo dire a mia sorella di chiamarmi Don) che deriva dal latino frates che a sua volta deriva dal sanscrito bhratar
  • dentro questa parola sanscrita c’è la radice bhar che è legata all’idea di sostentamento e nutrizione
  • in sostanza, il fratello è come un secondo padre che provvede al sostentamento della famiglia

– sorella: “donna figlia dei genitori

  • Diminutivo di sora o suora, deriva dal latino soror (=sorella) che deriva da sor che significa donna e indica la figlia degli stessi genitori. (banale..direi..:)

– nonno: “colui che educa e alleva

  • Derivante dal tardo latino nonnus, significa aio o balio (colui che educa, alleva), ma anche monaco.

– cugino: “figlio della sorella/fratello

  • Dal latino consobrinus, che deriva da cum (=con) e da sobrinus, derivante da sororinus che, a sua volta, deriva da soror (sorella), significa figlio della sorella e, per estensione, figlio del fratello o della sorella di uno dei genitori.

– marito: “maschio ammogliato

  • deriva dalla voce indoeuropea mari, che indicava l’adolescente che aveva una compagna giovane. Successivamente il termine si è incrociato con  la voce latina mas, maris, che significa maschio.
  • Un’altra intepretazione, goliardica, dice che marito derivi dal latino maritu(s) composto da “mar” e “itus” che vuol dire “fuggito via mare”. Forse per questo molti mariti vogliono davvero fuggire (via mare, terra, aria non importa)? Nomen omen!:)

– moglie: “donna sposata

  • Insomma, speravo in più poesia …  l’etimologia sembra derivare dal latino MULIER che vuol dire “donna sposata”.

Chiudiamo con … SUOCERA!

  • nessuna sorpresa.. deriva dal latino Sòcera e Sòcra e vuol dire semplicemente la madre del coniuge!

🙂

stay tuned!

thx to http://www.etimoitaliano.it

Iniziamo con un po’ di geografia..

Ho pensato di dedicare il primo articolo alla geografia ( = rappresentazione grafica della Terra, dal lat. geographĭa, gr. γεωγραϕία – comp. di γ «terra» e –γραϕία «descrizione»)

Io scrivo da Milano e ho pensato.. ma perché si chiama Milano? e perché Lombardia? Italia? Europa??

Ecco qui:

– Europa: “occidente

  • Per quanto non si sappia con certezza, pare che Europa semplicemente vogila dire “occidente” e derivi dalla parola semitica EREB, usata dai fenici per indicare i paesi a ovest della Siria, dove vivevano
  • per chi invece non è soddisfatto con mere indicazioni geografiche, pare che il nome Europa sia quello della dea greca omonima. Europa fu madre di Minosse, re di Creta, territorio culla della prima civiltà europea. Insomma, si diceva “Europa” e si intendeva “terre a nord del Mar Mediterraneo”

– Italia: “abitanti della terra ricca di vitelli“.

  • Non so voi ma non avrei mai pensato che abitiamo in una nazione.. ricca di vitelli! Pare infatti che il termine Italia derivi dal vocabolo greco Italói, con i quale i greci indicavano i VITULI (o Viteli), una popolazione che viveva a sud dell’odierna Catanzaro e adorava il simulacro di un vitello

– Lombardia: “terra dei Longobardi

  • come spesso succede, il nome riassume in poche parole secoli di invasioni, devastazioni, divisioni, guerre e coabitazioni
  • “Lombardia” pare derivare da LANGBARDLAND, parola di origine germanica-longobarda. Successivamente divenne Langbard e poi, appunto, Lombardia
  • Semplicemente, indica la terra dei Longobardi, che nel 568 d.C. invasero l’Italia e fecero di Pavia la capitale del proprio regno

– Milano: “in mezzo alla pianura

  • Milano deriva direttamente dal Latino Mediolanum, composto di medio (dal latino medius, in mezzo) e lanum che corrisponde al latino planum (pianura), con il significato letterale quindi di “in mezzo alla pianura”
  • Quello che però non si sa è che Mediulanum potrebbe derivare dal nome celtico MEDHELANON (= santuario di centro) o MEDIOLAN (in mezzo al piano) che rimanda a una leggenda sulla fondazione della Città
  • La leggenda più diffusa, infatti, narra che nel VI sec. a C. i Galli Insubri (popolazione celtica), passate le Alpi, giunsero nella pianura padana, guidati dal loro capo Belloveso; vinsero gli Etruschi e si stanziarono nella zona. Belloveso decise di fondare una città e consultò gli oracoli per conoscere il volere degli dei. Gli oracoli risposero che la città avrebbe potuto sorgere, ma solo nel luogo in cui fosse trovata una scrofa con il dorso per metà coperto di lana (sempre simpatici gli dei..). La città avrebbe poi dovuto prendere il nome da questa bestia semilanuta. Partiti alla ricerca dell’animale, i Galli la trovarono in una radura circondata da un fitto bosco. Lì Belloveso tracciò il perimetro della città chiamandolo Medhelanon o Mediolan. Nome che poi i Romani latinizzarono in Mediulanum
  • Ah, la scrofa semilanuta fu per lungo tempo il simbolo della città

Da oggi posso tranquillamente dire che vivo in Occidente, nella terra ricca di vitelli. Ma più propriamente nella terra dei Longobardi. Ma sì, quella in mezzo alla pianura dove c’è una scrofa con il dorso per metà coperto di lana!